Da appassionata del Titanic mi sono imbattuta in questo libro acquistato qualche tempo fa su EBay.
Si tratta della ricostruzione della tragica vicenda del transatlantico più famoso del mondo. Dalla partenza fino al tragico epilogo.
Al suo interno vi sono testimonianze di persone che sono scampate alla morte evitando di partire (chi per impegni sopraggiunti all’ultimo minuto, chi perché non pienamente sicuri della integrità e inaffondabilità della nave.) o di parenti di alcune vittime che purtroppo non hanno avuto la stessa fortuna.
Oltre a tutto questo vi sono riportati alcuni particolari circa la pressante ed esagerata azione di marketing millantata e conferita circa la robustezza e gagliardia del Titanic che, al contrario, avrebbe dovuto far nutrire molti dubbi circa la propria robustezza.
Poco tempo prima che il Titanic salpasse, infatti, la sua nave gemella, l’Olimpyc, aveva subìto un sinistro in mare e, rientrata in porto “a testa bassa”, a seguito di dettagliate perizie era stato riscontrato che la sua costruzione presentava innumerevoli difetti, quale ad esempio un timone “troppo piccolo” per un mezzo così pesante.
Essendo il Titanic una sua copia esatta questo avrebbe dovuto lanciare diversi campanelli di allarmi e maggior attenzione di collaudo. Ma si sà, il Dio denaro è da sempre più potente di qualsiasi altra premura e la pubblicità tutto può: anche deviare il senso critico e la premura che dovrebbe schermare ognuno di noi.
Un particolare molto interessante che viene approfondito nella lettura è l’analisi della deriva degli iceberg, che in olandese significano appunto “montagna” (berg) “di ghiaccio” (ijs). Qui, viene approfondito molto bene il fenomeno della deriva in mare dell’iceberg che ha colpito il Titanic che, pare abbia impiegato cinque anni per viaggiare nell’Atlantico (partendo dai territori della Groenlandia) per arrivare al punto esatto della collisione con la “Grande nave inaffondabile” (per citare la frase di Ismay, il responsabile marketing della White Star).
Buona lettura!
Elena Falleti
Editor&Writer
Si tratta della ricostruzione della tragica vicenda del transatlantico più famoso del mondo. Dalla partenza fino al tragico epilogo.
Al suo interno vi sono testimonianze di persone che sono scampate alla morte evitando di partire (chi per impegni sopraggiunti all’ultimo minuto, chi perché non pienamente sicuri della integrità e inaffondabilità della nave.) o di parenti di alcune vittime che purtroppo non hanno avuto la stessa fortuna.
Oltre a tutto questo vi sono riportati alcuni particolari circa la pressante ed esagerata azione di marketing millantata e conferita circa la robustezza e gagliardia del Titanic che, al contrario, avrebbe dovuto far nutrire molti dubbi circa la propria robustezza.
Poco tempo prima che il Titanic salpasse, infatti, la sua nave gemella, l’Olimpyc, aveva subìto un sinistro in mare e, rientrata in porto “a testa bassa”, a seguito di dettagliate perizie era stato riscontrato che la sua costruzione presentava innumerevoli difetti, quale ad esempio un timone “troppo piccolo” per un mezzo così pesante.
Essendo il Titanic una sua copia esatta questo avrebbe dovuto lanciare diversi campanelli di allarmi e maggior attenzione di collaudo. Ma si sà, il Dio denaro è da sempre più potente di qualsiasi altra premura e la pubblicità tutto può: anche deviare il senso critico e la premura che dovrebbe schermare ognuno di noi.
Un particolare molto interessante che viene approfondito nella lettura è l’analisi della deriva degli iceberg, che in olandese significano appunto “montagna” (berg) “di ghiaccio” (ijs). Qui, viene approfondito molto bene il fenomeno della deriva in mare dell’iceberg che ha colpito il Titanic che, pare abbia impiegato cinque anni per viaggiare nell’Atlantico (partendo dai territori della Groenlandia) per arrivare al punto esatto della collisione con la “Grande nave inaffondabile” (per citare la frase di Ismay, il responsabile marketing della White Star).
Buona lettura!
Elena Falleti
Editor&Writer