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RECENSIONE - Tre

Tre, Valerie Perrin. 
Di primo impatto, prima di iniziare questa lettura, ho avuto timore di rimanerne delusa. In me aleggiava ancora il ricordo di “Cambiare l’acqua ai fiori” che a mio avviso è stato uno dei più bei romanzi in cui mi sia imbattuta in trentaquattro anni (la mia età!). 
Ho iniziato quindi a leggere timorosa, pagina dopo pagina, augurandomi che questa storia suscitasse in me sorpresa, stupore e le emozioni che ho provato con il secondo romanzo dell’autrice. Ho terminato questa lettura sentendomi orfana. Sì, proprio così. 
Tre non è solo un libro, non è un semplice romanzo pronto a vincere il prossimo premio letterario. Tre è un trattato sull’amicizia. Un intenso viaggio alla scoperta dei sentimenti che legano tre amici sin dalla più tenera età. Sentimenti che hanno toccato ognuno di noi nella vita. Chi più, chi meno. Io posso dire di essere stata meno fortunata: gli Amici, quelli veri, li ho trovati nell’età adulta. Durante il periodo scolastico non sono mai riuscita ad integrarmi davvero con qualcuno. Forse nel periodo delle scuole medie un po’ di più. Ma nonostante questo ho letto con tenerezza e ammirazione, ho provato empatia dicendomi più volte: “come sarebbe stato bello se anche a me fosse capitato di trovare amici come questi già dalle elementari!”. Dunque è questo che suscita e stimola la Perrin: empatia, sentimenti, riflessione,
amore universale. Non si tratta di romanzi rosa, si tratta di Vita vera, autentica. E come per i suoi romanzi precedenti ci si ritrova incollati alle pagine come di fronte alla proiezione di un film dallo stampo francese, intellettuale, denso, realistico. Uno di quelle storie in cui al termine ti senti perduto e pensi: “E adesso?”
Elena Falleti