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Caval ëd Bronz

 

Di questa statua sappiamo che raffigura il Duca Emanuele Filiberto a cavallo. Ma chi era esattamente?

 

Emanuele Filiberto di Savoia, detto Testa 'd Fer in piemontese, è stato conte di Asti (dal 1538), duca di Savoia, principe di Piemonte e conte d'Aosta, Moriana e Nizza dal 1553 al 1580. Era il figlio terzogenito maschio di Carlo II di Savoia e di Beatrice del Portogallo, nonché re titolare di Cipro e Gerusalemme.

 

Delicatissimo di salute, fu dapprima destinato al sacerdozio e affidato a C. L. Allardet, abate di Filly; ma quando divenne erede del trono per la morte del fratello Luigi, l'indirizzo educativo mutò e gli esercizî fisici lo irrobustirono.

 

Và a lui il merito di aver cambiato la linea politica storica dei Savoia, da sempre orientati verso la Francia. Impresse infatti  un rafforzamento dell'elemento piemontese nel ducato che si espresse, tra l'altro, con l'imposizione dell'italiano nella legislazione (reso ufficiale nel 1562 ma già propugnato nell'Editto di Rivoli) e con il trasferimento della capitale da Chambéry a Torino, avvenuto il 7 febbraio 1563 e celebrato, secondo la tradizione, con la preparazione della prima tazza di cioccolata calda della storia. A lui dobbiamo quindi la città di Torino come prima capitale d'Italia. 

 

Emanuele Filiberto morì di cirrosi epatica, conseguenza diretta dell'abuso di vino in cui era solito indulgere, nel 1580.

 

Lasciò al suo successore una buona eredità, consistente in uno Stato ormai saldo e avviato a svolgere un ruolo di potenza mediana e di "ago della bilancia" nelle vicende politico-militari europee dei secoli successivi.

Venne sepolto presso la cattedrale di Torino e traslato nella Cappella della Sindone solo tre secoli dopo.

 

Chiunque si ritrovi a passeggiare in Piazza San Carlo può ammirare l'opera a lui dedicata.

Infatti, per celebrarne la memoria, la città di Torino affidò a Carlo Marochetti l'incarico di realizzare una statua equestre che raffigurasse il grande condottiero in sella al suo cavallo, a testimonianza che la memoria del duca "Testa di ferro" rimase ben viva nel ricordo dei suoi sudditi e successori.

 

Elena Falleti